Il 17 maggio si celebra la Giornata internazionale contro l’omofobia e la transfobia. Un momento di riflessione e di azioni per denunciare e lottare contro ogni violenza fisica o morale legate all’orientamento sessuale, importante per chi, come la Fisac Cgil, crede nella libertà personale e rigetta ogni forma di discriminazione.
Soltanto 25 anni fa, il 17 maggio del 1990, l’Oms depennò l’omosessualità dall’elenco delle malattie mentali. Ad oggi in 76 paesi al mondo le relazioni consensuali tra persone dello stesso sesso sono reato, e in sette di questi vengono punite con la pena di morte. Persino nei paesi più evoluti, le persone omosessuali sono tutt’ora vittime di aggressioni o di discriminazioni. L’omofobia non è infatti solo violenza fisica, è un complesso di esclusioni e svalutazioni basate sul pregiudizio: chi ha un orientamento sessuale non in linea con quello della maggioranza etero viene disprezzato e penalizzato.
L’Unione Europea considera l’omofobia analogamente al razzismo, alla xenofobia, all’antisemitismo e al sessismo e molti Stati europei hanno introdotto nuovi strumenti normativi idonei a rafforzare la tutela contro la discriminazione per orientamento sessuale e identità di genere. L’Italia è in grave ritardo nell’affrontare il tema del contrasto all’omofobia e transfobia e risulta al penultimo posto in Europa, prima della sola Bulgaria, sul piano dell’equiparazione dei diritti.
Vi è quindi urgente bisogno di una legge che permetta di frenare aggressioni e discriminazioni ai LGBTI (acronimo di Lesbian, Gay, Bisexual, Trans, Intersex).
La tutela dalle discriminazioni, sancita nel primo comma dall’articolo 3 della Costituzione, è infatti soltanto il quadro di riferimento costituzionale ma si avverte la necessità di una specifica legislazione di tutela dei LGBTI perché l’assenza di normazione si traduce di fatto in negazione dei diritti fondamentali.
La Legge Mancino (n. 205 del 1993) che è attualmente la legge di riferimento per la tutela dalla discriminazioni in Italia è infatti insufficiente ed inadeguata. La legge, che assicura protezione contro le discriminazioni motivate da condizioni razziali, etniche, nazionali o religiose ha infatti deliberatamente lasciato fuori dalla formulazione, nonostante le proteste delle associazioni per i diritti LGBTI le discriminazioni legate all’orientamento sessuale.
In attuazione della direttiva 2000/78/CE per la parità di trattamento in materia di occupazione e di condizioni di lavoro, la legislazione italiana tutela le persone discriminate sul posto di lavoro per motivi legati all’orientamento sessuale(Decreto Legislativo n. 216 del 9 luglio 2003). Peraltro il testo di legge italiano recepiva la normativa dell’Unione europea ribaltandone parzialmente il senso, in quanto introduceva per la prima volta nell’ordinamento italiano alcune eccezioni, riguardanti il personale delle Forze armate, della Polizia e dei servizi di soccorso (VV.FF., ecc.), stabilendo così di fatto i casi nei quali era lecito discriminare sul lavoro le persone omosessuali. La parte che consentiva di discriminare gli omosessuali nelle forze armate e di polizia e nei servizi di soccorso è stata finalmente abrogata nel 2008.
Nel 2013 il deputato PD Ivan Scalfarotto ha presentato una proposta di legge per l’estensione della legge Mancino anche ai crimini motivati dall’identità sessuale della vittima. Dopo un acceso dibattito, dentro e fuori dalla Camera, la legge che prevede l’estensione integrale della legge Mancino all’omofobia e alla transfobia viene approvata il 19 settembre dalla Camera dei Deputati. Anche se l’iter legislativo non è ultimato (manca l’approvazione al Senato), l’approvazione della legge da parte della Camera rappresenta un passo storico per l’Italia: per la prima volta un ramo del Parlamento approva una norma ad hoc che riconosce in Italia l’esistenza, la dignità e il diritto di vivere pacificamente di una comunità di persone (le persone LGBT) che fino a oggi non sono state riconosciute in quanto tali, al contrario di altre minoranze. Inoltre, per la prima volta il Parlamento italiano ha mandato solennemente al paese il messaggio per cui l’odio contro queste persone costituisce un disvalore per la nostra comunità nazionale.