Non ci eravamo ancora ripresi dagli effetti provocati dalla Legge “Ammazza Popolari” che un altro “tsunami” si starebbe profilando all’orizzonte.
La Legge sulle Popolari obbliga gli stessi soci, che vengono “espropriati” della loro libertà di impresa, ad esprimersi per la trasformazione in spa. Ma certamente non obbliga per aggregazioni forzate soprattutto se queste non convincono.
E’ il progetto di fusione BPM-Banco Popolare. Secondo i media questa fusione pare “scontata”.
Chi trarrebbe vantaggio da questa eventuale operazione?
I soci? i clienti? I territori? I dipendenti?
NESSUNO….ci ha ancora spiegato il perché BPM, anche in veste di spa, non possa essere protagonista. Perché non può essere polo aggregante ma, di fatto, preda “succulenta”? La previsione normativa contenuta nella legge sulla riforma delle popolari contempla il vincolo del 5% sul diritto di voto assembleare per 24 mesi. Tutto ciò forse consentirebbe di valutare con prudenza e serenità scenari migliori. Perché allora non orientarsi verso realtà meno complesse spostando l’attenzione sulla centralità del marchio BPM ? Così facendo si potrebbe valorizzare il marchio BPM nella migliore tradizione popolare e cooperativa! Questa aggregazione non è un passaggio scontato. Tanti i dubbi e gli interrogativi che anche gli Organismi preposti (BCE) sembrano evidenziare.
Il 30 aprile (data dell’annuale assemblea) sicuramente rappresenterà un primo momento di confronto e dibattito tra i soci – dipendenti e non. Saremo chiamati ad esprimerci sul rinnovo del Consiglio di Sorveglianza e si dovrà ragionare, con la necessaria attenzione, sul lavoro svolto e su eventuali nuove proposte.
Conclusi i festeggiamenti per il 150° anniversario che non hanno trovato l’auspicato riconoscimento a tutti i lavoratori, l’anno 2016 sarà un anno cruciale per le sorti dei soci, dei clienti e dei dipendenti….della BIPIEMME.
Milano, 3 marzo 2016 le OO.SS Gruppo BPM
10 Marzo 2016